Cibolution indica l’evoluzione tecnica nella preparazione dei cibi.
La cibolution è una costante sempre in atto ogni qualvolta un ricettario, o un piatto, viene re-interpretato da un nuovo chef.
- L'idea del termine
- Casi di cibolution che hanno segnato la Storia
- Che cosa possiamo imparare?
- Grandi chef italiani che cavalcano la Cibolution
- gente che forse dovresti iniziare a copiare… ehmmm autenticare.
- Cracco il pizzachef
- Cannavacciuolo: Aglio Olio e… fantasia
- La cibolution: i 3 insegnamenti da portare a casa
L’idea del termine
Non esiste un termine, nell’italiano corrente, che indichi la reinterpretazione di un piatto, per conformarlo ad un contesto. Il motivo di questo, credo sia nel fatto che tutti noi in generale, come popolo italiano, siamo sempre stati un po’ restii a certe “innovazioni”. La nostra priorità è sempre stata “salvaguardare le tradizioni”. Fare le cose come le faceva nostra nonna, che a sua volta aveva imparato da sua nonna… e via discorrendo fino all’alba dei tempi.
La globalizzazione ha poi duramente colpito il sistema delle tradizioni. La fama dei piatti tipici italiani è cresciuta in ogni angolo della terra. Ed in ogni angolo della terra diversi soggetti hanno voluto, giustamente, replicare certi piatti di fama.
L’arte di cucinare è certamente un punto di vista. Il punto di vista applicato ad una ricetta non la replica, ma la autentica. Questa è la Cibolution.
La CIBOLUTION sta nella differenza tra copiare ed autenticare.
“Scusa Giuseppe, ma la cibolution è un qualcosa di positivo o di negativo? Perché mi vengono in mente esempi contrastanti.”
Il punto non è se sia positiva oppure no. Quello dipende da come tu la vedi, a seconda dei casi. Ciò che c’è da sapere è che rappresenta una costante indissolubile dell’evoluzione culinaria. Anche se non ti piace, devi accettarla. Ed accettandola, potrai sfruttarne i benefici.
Casi di cibolution che hanno segnato la Storia
Americano

Verso la fine della seconda guerra mondiale i militari statunitensi erano sparsi sulla penisola italiana. In quel di Napoli, avevano la fortuna di poter assaggiare quello che, probabilmente, era il miglior espresso al mondo. Secondo noi italiani.
Per una questione di abitudine, o di cultura, chiamala come vuoi, il sapore dell’espresso era troppo intenso per i loro gusti. I baristi napoletani pensarono quindi di aggiungerci dell’acqua calda, per allungarlo. Chiamarono questa “nuova bevanda” Americano.
Questa è una cibolution. L’evoluzione di un qualcosa che è in un modo, ma viene reinterpretato per entrare in un nuovo contesto sociale.
Spaghetti and meatballs

Molti emigrati italiani in USA si ingegnarono nel campo della ristorazione. Iniziarono ad importare spaghetti. Si misero a fare polpette. Poi, per via della cibolution, spaghetti e polpette finirono nello stesso piatto, dando vita alla portata “spaghetti and meatballs”.
C’è un articolo di Vanityfair che ne parla, e suggerisce pure una ricetta.
Spaghetti e Meatballs, fettuccine Alfredo, Chicken parmigiana…: sono piatti che non esistono nel nostro Paese. Mentre in USA sono simbolo della cucina italiana. Li trovi in quasi ogni ristorante italiano.
“Giuseppe, mi stai dicendo che la Cibolution rappresenta l’imbastardimento della cucina italiana?”
Cavoli, se ci sei andato pesante!. Questo è comunque quello che inizialmente pensavo anche io.
Come puoi mettere l’ananas sulla pizza? … o metterci la maionese? … e già che ci sei pure patatine fritte e ketchup!!?
… Ma, facciamo una riflessione.
Che cosa possiamo imparare?
Fermati un attimo. Guarda al passato: la cibolution non è invenzione recente; è quello che abbiamo sempre fatto anche noi. Intendo noi italiani.
La pizza stessa è nata quando la base di pane iniziò ad esser farcita con un frutto: il pomodoro. Proveniente dal Sudamerica. Ne ho scritto la storia in questo articolo.
Il caffè, di cui ti ho parlato prima. Come caspita è possibile che il miglior caffè sia in Italia. Nemmeno cresce, il caffè, nella nostra penisola.
Qui entra in gioco la Cibolution. Gli italiani hanno saputo eccellere nella tecnica di tostare i chicchi. mischiarli opportunamente. Poi han creato dei macchinari eccellenti per produrre la bevanda. Macchinari che ancora oggi vengono venduti in tutto il mondo.


Per tornare oltreoceano, in America. Gli spaghetti con meatballs, non li hanno inventati gli americani, ma gli italiani. Stessa cosa per la pizza stile New York!!. Come ho raccontato in un vecchio post: è una cibolution tutta italiana; su suolo straniero. …E ti dico pure che la pizza stile Detroit è nata per mano di un siciliano. Uno che si è messso a cuocere una ricetta di pizza siciliana, in un contenitore industriale per pezzi metallici. Un esempio estremo di cibolution, che si è rivelato di gran successo.
Come anche l’ananas sulla pizza, anche se, magari, a te non garba.
Grandi chef italiani che cavalcano la Cibolution
gente che forse dovresti iniziare a copiare… ehmmm autenticare.
Tralasciando tutte le grandi novità culinarie. Me ne vengono in mente un paio che destano interesse. Ti consiglio di darci un’occhiata. Soprattutto se sei nel gruppo di persone che criticano la cibolution del greco-canadese Sam Panopoulos.
“Frena! … Chi era Sam Panopoulos???“
Ah scusa. E’ stato l’ideatore della pizza Hawaiian (quella con l’ananas). Sembra abbia preso spunto dal toast Hawaii (fetta di toast aperta con formaggio, prosciutto, ananas e ciliegia maraschino).
Cracco il pizzachef
Nel 2018, il caos mediatico sollevato dalla pizza di Carlo Cracco è stato imponente.
Critiche da ogni dove. Esponenti di associazioni di categoria che prendevano le distanze. Sberleffi mediatici. Video satirici che perculavano lo chef stellato. Vignette costruite ad hoc, condivise su ogni social. Cracco che si mette a fare una pizza, in centro Milano. Margherita, tre volte più cara della omonima venduta da Sorbillo, il re della pizza, poco distante.
Dovessi descrivere, in una parola, la cibolution di Cracco nel campo della pizza.
Direi: geniale!
Non mi interessa se la pizza è buona. Se è cara. Se ha senso.
Cracco ha creato una categoria e stabilito un prezzo che la supporta. Leggi: legge della categoria.
E’ entrato con veemenza nei social e migliaia di persone gli han fatto pubblicità gratuita. Portandolo ad avere un posto nella mente del consumatore. leggi: legge della mente.
Guarda il mio tweet, postato sotto: rappresenta un grafico che ho preso da Google research. Indica quante volte la parola Cracco è stata cercata durante gli anni.
Interessante notare come il nome “Cracco” abbia avuto un boom di ricerche nel periodo della creazione della sua pizza Margherita#cibolution
— Giuseppe Cortinovis (@GiusCortinovis) August 20, 2020
…Studio sulla ristorazione, in progress.https://t.co/pDVdIfRwdU
Carlo Cracco se ne esce con la pizza margherita nel 2018.
Parentesi – stesso anno, la guida Michelin gli toglie pure una stella.
Puoi dirmi quello che vuoi, ma quel picco di ricerche nel 2018 è alquanto interessante.
E se stai pensando che gli han tolto la stella per via della pizza… La risposta è no.
La stella è caduta prima, sembra a causa del cambio del locale. Da via Victor Hugo alla Galleria.
Cannavacciuolo: Aglio Olio e… fantasia
“Fantasie che volano libere, fantasie che a volte fan ridere, fantasie che credono alle favole…”. Questo testo, della canzone di Vasco, mi è saltato in mente quando ho visto Antonio rivoltare come un guanto la ricetta aglio e olio. Trasformandola, da veloce spuntino notturno, ad elaborato piatto gourmet.
Ricetta piuttosto recente, a firma di Antonio Cannavacciuolo. La sua cibolution della pasta aglio e olio. Ti parlo di fine 2019, su per giù.
Guardati il video, dura 90 secondi. Il tempo di cottura di una pizza napoletana.
Ora che hai visto il video, leggi i commenti che gli son stati fatti. su Youtube.
Cosa interessante è notare che, ad oggi, mentre scrivo, ci sono 2.336 pollici in su; 316 pollici in giù.
Dai commenti, la ricetta sembra che non sia stata apprezzata. A giudicare dai “pollici”, invece, sembra sia piaciuta.
Ad ogni modo, parlare di rivisitazione è riduttivo. Qui siamo in piena cibolution: ne è venuto fuori un piatto nuovo.
Se lo avessi fatto io, chiamandolo aglio e olio, mi avrebbero revocato la cittadinanza italiana.
La cibolution: i 3 insegnamenti da portare a casa
1
Tutto cambia. Anche il cibo ed i metodi per prepararlo. Cambia, perché è il contesto che lo richiede.
Tu stesso hai cambiato, e cambierai ancora, le tue abitudini alimentari, nel corso della tua vita. Quando una novità bizzarra “capita su un piatto”, pensa alla cibolution che l’ha ispirata. Potrebbe non essere in linea coi tuoi principi, ma potrebbe essere una nuova tendenza. Capirlo anzitempo ti dà un gran vantaggio.
2
Più è forte la tua Storia, più e accettata la tua cibolution.
Se signor Nessuno si inventa la margherita di Cracco. Per poi venderla per 20 euro (mi pare sia quello il prezzo attuale) in 3 metri quadri di pizzeria d’asporto. In un sobborgo sconosciuto. Forse. E dico forse, perchè nella ristorazione, mai dire mai!!. Forse la cosa potrebbe essere azzardata. Sicuramente la percentuale di successo è risicata.
Ma se la fa Cracco: almeno la gente si prende il tempo per criticare… ed ogni critica è free marketing!! (pubblicità gratuita).
3
Non sentirti forzato a cambiare. Deve essere un passo naturale. Un’emozione che ti parte da dentro e che vuole esprimersi attraverso un qualcosa di reale. Qualcosa di diverso e che ti rappresenta.
Capire e provare le cibolution altrui, mette le basi per creare la tua.
PS- Cibolution, rappresenta anche la categoria dei miei post, in cui parlo di certe evoluzioni culinarie, nel mio campo. La trovi menzionata nel menu del blog.
Alla tua prossima Cibolution, non dimenticare l’ashtag:
#CIBOLUTION