Incipit

Scrivo questo primo post a pochi giorni dalla riapertura, parziale, degli esercizi commerciali, a seguito delle restrizioni imposte dal governo canadese a causa del COVID-19.
So che in Italia c’è stato parecchio trambusto, con chiusure, incertezze, contagi etc… ma non credere che qui sia stato meglio. Sul lato occidentale, dove io vivo, il livello dei contagi è stato bassissimo, il governo ha preso precauzioni con largo anticipo, ma il timore generale è che la cosa si sia solo ritardata. Oggi, mentre scrivo, son stati registrati nuovi casi, e ora che gli aeroporti son tornati in attività e la gente ha ricominciato a circolare, la curva contagi potrebbe registrare nuovi picchi. Confido nella cautela di tutti nel rispettare distanze e regole sanitarie.

Non so come tu abbia vissuto il lockdown, ma per me è stato come una sorta di risveglio.
Nei mesi passati senza lavorare ho riaperto vecchi cassetti e trovato dei ricordi impolverati: tra i quali c’era l’idea di questo blog.
Ho avuto tempo, molto tempo, per riprendere in mano tutte le cose che avevo messo da parte.
La chitarra era ancora sul supporto, dove l’avevo lasciata, con due, delle sue sei corde, saltate a causa dell’ossidazione del tempo.  
La macchina fotografica era nel ripostiglio ed il tecnologico microfono che c’era montato sopra aveva il supporto spezzato. Chissà da quanto tempo era in quello stato.
La moto era ancora sotto alla coperta, in garage, nonostante le belle giornate fossero iniziate da tempo… e queste son solo le prime cose che mi vengono in mente.

Benché non abbia ancora imparato a suonare la chitarra, almeno ora so montare le corde, che è molto di più di quanto sapessi fare prima.
Il microfono ho provato ad aggiustarlo, ma la qualità è pessima… ho però scoperto che il cellulare, con una buona app, può dar ottimi risultati in termini di audio. Si sa mai che fra qualche mese registro un Podcast (segnatela questa!).
Macchina fotografica: ho montato una lente fissa da 50mm per le foto ai miei prodotti, ma tra luci e impostazioni ho ancora parecchio da smanettare. Con la lente regolabile 250mm ho provato a fare video: è stato divertente, non granché appagante, ma almeno ho rotto il ghiaccio.
La moto è stata la gioia più grande. Poi pensandoci, mi son ricordato che tutti gli anni è la stessa cosa: arriva l’estate, ma essendo preso col lavoro rimando il momento di mettere la moto su strada, con assicurazione, controllo gomme etc… poi quando mi decido e faccio il primo giro, mi dico sempre “ma perché ho aspettato tutto sto tempo!”.

Pre-COVID stavo lavorando ai miei soliti corsi: ne avevo anche alcuni in programma da fare a Toronto e magari a Montreal. Stavo aiutando a disegnare il nuovo punto vendita di Ignite Pizzeria, il terzo in centro a Vancouver. E stavo lavorando nel ristorante Nightingale, di David Hawksworth.
La chiusura delle attività ha quasi azzerato i miei impegni lavorativi per qualche mese, accendendo nuovi progetti nella mia testa. Ora stai leggendo uno di quei progetti.

i creatori di sistemi

Non so se ti sia mai capitato di chiederti se ci sia un modo per fare meglio quello che stai facendo. A me capita spesso.
Per citare Kiyosaki, riguardando il mio periodo pre-COVID, mi son visto come intrappolato in quella che lui chiama la “rat race” (la corsa del topo). Che è, in pratica, quello che fa il topo in gabbia quando si mette a fare esercizio sulla ruota, correndo correndo, ma senza spostarsi di un centimetro.
Per me, la corsa del topo può essere vista come il produrre risorse che vanno a ripagare i meri sforzi profusi per crearle, in un loop senza fine.

La risposta alla corsa al topo credo sia nel lavorare per sistemi, non per obiettivi.
Il topo che corre sulla ruota, è provato, lo fa per divertimento. Il divertimento è il suo obiettivo:
corre = si diverte
smette di correre = finisce il divertimento
Il suo obiettivo è divertirsi ed il mezzo è la corsa. Il topo lavora per obiettivi.

La ruota è il sistema, per renderlo utile pensa a una bobina attaccata che produce energia:
quando l’animale si diverte, la ruota produce energia, che viene immagazzinata in condensatori. Colui che ha creato la ruota è qualcuno che ha lavorato per sistemi: ha cioè speso tempo ed energie per creare qualcosa che opererà in autonomia.

Il concetto è semplicissimo nella teoria, ma nella pratica deve essere gestito con molta attenzione. Negli ultimi 6 anni ho lavorato nella città di Vancouver e da 3 ho iniziato una attività in proprio come consulente della ristorazione. Ho sempre lavorato col foucus sul prodotto finale: flussi di lavoro, formazione del personale, definizione orari di lavoro, scelta delle materie prime, etc.
Ho spesso lavorato con i creatori di sistemi, non sempre in rosee interazioni, persone, con tanto di MBA, che menzionavano passi del libro di Sun Tzu, “l’arte della guerra”, o di quello di Macchiavelli “il Principe”, prima di passarmi il rapporto matematico a sostegno delle loro tesi.
Ho sempre snobbato certa gente, ma ora me ne pento: loro creavano la bella ruota tutta intorno al mio sapere e poi mi facevano divertire nel correrci sopra.

Imparare da questa gente sarebbe stato il vero valore che avrei potuto trarre dall’esperienza, non tanto lo stipendio a fine mese.
Ma poiché tutto è ancora vivo nella mia mente, voglio andare a rivangare tutte le lezioni che mi son perso e metterle in pratica subito, scrivendo i concetti in questo blog, nella categoria Managment.


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