Da giorni Vancouver è attorniata da roghi. La qualità dell’aria, che solitamente è eccellente, è calata drasticamente. Mentre scrivo, Vancouver è considerata la città con la peggiore qualità dell’aria al mondo. (fonte: https://waqi.info/).

Ieri, prima di andare al lavoro, nemmeno si intravedeva l’azzurro del cielo. Nonostante la giornata “serena”. Ed il sole? pallido e sfocato, mi sembrava la luna!. Dopo il lavoro ho pure iniziato a sentire un certo fastidio alla gola. Tipo quando fai la grigliata con gli amici: e tu sei quello che accende il fuoco.
Qui sotto ti posto la foto della mappa relativa alla qualità dell’aria. Datata 13 settembre 2020.

Viste le premesse, e visto che avevo qualche giorno libero, ho optato per una gita “last minute”. Ho visualizzato la mappa che indica le città con la miglior qualità dell’aria in BC, e scelta una a caso.
…Ecco… non proprio a caso direi. La qualità dell’aria era pessima un po’ ovunque nell’area vicino al confine USA. Non c’era granché scelta. Ho trovato, poi, Williams Lake. Cittadina a 544km di distanza. Una zona in cui non sono mai stato. 6 ore di macchina. Quindi, ho fatto il pieno e son partito.
Questa gita è stata una fuga dai fumi degli incendi. Oltre che l’opportunità di vedere come vivono i canadesi nella parte a nord del British Columbia.
Devo dire che ho già visitato parecchi posti a nord di Vancouver. Ho fatto diversi giri in moto. Sempre con l’accuratezza di tenere il serbatoio pieno ad ogni distributore: perché non si sa mai quanto distante può essere il successivo. Ma devo dirti che erano tutte gite di piacere. Qualche volta in visita da amici oppure per vedere laghi e natura. Ora è diverso. Niente pre-programmato. Rotta verso aria più pulita (si spera) e studio di nuove aree… già che ci sono.
Il viaggio verso nord
Su per le montagne. Tra i fumi, che non si capisce se siano nebbia, o il risultato della combustione delle foreste. Con il sole che sembra dipinto da un acquerello, su un cielo bianco cadaverico.
Ti ricordi quando da piccolo mischiavi gli acquerelli?? Ed a volte capitava che mettevi tanta acqua e poco colore??. Ecco, immaginati il sole, dipinto a quel modo, sulla tela cianotica del cielo.
Comunque, la cosa figa di fare sto viaggio al nord è che non ti puoi sbagliare strada. Ce ne è solo una!. Ok, certo, a volte si biforca, ma poca roba.
La cosa invece pessima è che c’è una sola strada… viaggio piuttosto noioso.
La medaglia ha sempre 2 facce 🙂

Paesaggi
La prima cosa che ho notato è la sensazione di fare un tuffo nel passato. Man mano che passano i chilometri, l’estetica delle case “invecchia”. Le auto “invecchiano”. Finanche gli abiti delle persone ritraggono stili passati di moda.
Le cittadine son tutte uguali: da Vancouver a Williams Lake imperlinano la strada in vari punti.
E poi vacche, vacche ovunque!. Sparpagliate su immensi appezzamenti di terreno.
La coltivazione più diffusa è quella dell’erba. Non intendo la marijuana, che tra l’altro in Canada è legale, ma proprio l’erba. Il cibo primario degli erbivori!. Il clima è piuttosto secco e non mi stupisce che, in estate, la zona sia sovente colpita da incendi. Immensi impianti di irrigazione fanno avanti ed indietro per irrorare di acqua appezzamenti di erba. Quest’ultima, in parte fa da nutrimento ai bovini locali; in parte viene venduta o stoccata per esser usata durante l’inverno. Qui le temperature invernali scendono al valore del freezer di casa.
Quindi il paesaggio si divide in sezioni di vario colore:
Il giallo paglierino delle aree brulle.
Il verde intenso delle aree irrigate.
In ultimo, le zone distinte da tonalità di grigi: risultato degli incendi pregressi.
Miniere della Teck
Altra grande tinta di colore, in certi tratti predominante, è il “bianco sporco”. Soprattutto nei pressi delle miniere. A tale proposito cito la Teck: compagnia mineraria che si occupa principalmente di rame, zinco e ferro.
Poco distante dal lago Logan ho fiancheggiato le miniere a cielo aperto della Teck. Da lontano sembrava un lago prosciugato. Poi ho visto i camion. Poi ho visto il cartello della Teck, e la scritta “copper” (rame). Miniera di rame immensa: parecchia gente al lavoro nonostante sia domenica. Ad oggi il rame sta avendo una buona ascesa nel prezzo, conviene spingerne la produzione. Anche perché in inverno non so quanto sia facile lavorare in queste zone: facilmente la temperatura scende a -20 °C.
Clinton
Una cittadina che mi è rimasta in mente, nel viaggio verso nord, è Clinton. Forse per via dell’associazione mentale che ho fatto con il passato presidente americano Bill.

Clinton è minuscola: parliamo di 650 abitanti circa. La città si presenta come meta turistica, sfoggiando souvenir in piccoli negozi… Ma sinceramente, non so che turismo possa avere.
Mi son fermato per un caffè, anche se i miei compagni di viaggio non erano tanto dell’idea. Ma credo che alla fine la sosta è stata gradita da tutti.
Questa comunità di 650 residenti, con una storia oltre 150 anni e l’atmosfera occidentale unica, è stata fondata a seguito del “boom” della corsa all’oro.
Clinton vanta di ospitare uno dei più antichi eventi ininterrotti della Columbia Britannica; il Clinton Annual Ball, che si tiene a maggio di ogni anno.
Come punto a metà strada tra Vancouver e Prince George, Clinton funge da centro che fornisce servizi sia ai suoi residenti che ai visitatori. Vedi la città su Google map.

Tra sali e scendi, cavalli e vacche nei recinti, ed animali selvatici che non sdegnano di attraversare lo stradone…

sono giunto a Williams Lake.

Williams Lake
Come pensavo. Non c’è granché.
Sperduta nel mezzo del nulla, la città conta 10.000 abitanti e si sviluppa sulla costa del lago Williams.
Si nota subito che l’industria primaria è quella della produzione di legname.
Massicci tronchi son ordinatamente impilati in quella che, pare, l’area centrale della città. Accanto al cumulo di tronchi c’è la segheria. Da quest’ultima escono lunghe tavole di legno; belle impacchettate in cellofan bianco. A poche centinaia di metri di distanza c’è la stazione dei treni. Solo vagoni merci.
La zona residenziale si estende tutt’intorno.
Ho notato che quasi tutti hanno il camper parcheggiato fuori casa. Qualcuno ha la barchetta: penso per girare per il lago (che è abbastanza grande). Le macchine sono per lo più di marca statunitense. Grossi PK con il 4×4: credo questa sia una scelta obbligatoria, visto che in inverno la temperatura scende a -40 °C.
-40 °C?
Sì, -40 °C. Roba che quasi ti si giaccia la benzina nell’auto. La benzina congela sotto i 48 °C!!.
Ristoranti
I ristoranti qui sono per lo più grosse catene conosciute. Parecchie americane. L’immancabile McDonald, Denny’s, A&W Canada… ma c’è anche Starbucks e Tim Horton. Questo mi fa pensare ad un bel giro d’affari, per la ristorazione.
Ho cenato a “Mr Mikes Steakhouse Casual“, bel posto. Scoprendo poi che è una catena di locali, che esiste dal 1960.
Lì ho fatto questa foto, che ho subito inviato ad un mio grande amico vegano. Ahahah!

Hotel
Il tipo alla reception del mio hotel è uno che prima viveva a Vancouver: nella stessa zona dove ora vivo io. Mi ha raccontato come è la vita a Williams Lake e le motivazioni del suo trasferimento. Benché la sua busta paga si sia ridimensionata, le sue spese sono crollate. L’affitto a Williams Lake è il 50% più basso rispetto a Vancouver.
Bean counter bistro
Tra l’accozzaglia di franchising che trovi ad ogni angolo di Williams Lake, ho notato una piccola caffetteria locale. Mi è saltato all’occhio perché fuori c’era gente in fila in attesa del caffè. Ho sempre amato supportare i piccoli business e certamente non potevo andare da Starbucks senza provare Bean Counter Bistro.
La padrona è una donna (purtroppo non ricordo il nome), che lavora con altre 3. Quattro in totale. Vendono principalmente caffè e qualche prodotto di panificazione.
Ho ordinato un americano ed un cinnamon bun. Fantastico caffè e spettacolare dolce.
Per il discorso COVID, l’interno del locale è chiuso e si può solo ordinare attraverso una piccola finestrella.
La cassiera è una giovane donna olandese. Bionda, occhi azzurri. Lo vedi subito che ha un aspetto diverso, se paragonata alla gente locale. Mi ha raccontato di esser nata a William Lake, dove la famiglia olandese si era trasferita. Da allora ha sempre vissuto lì e da 5 anni lavora nella caffetteria. Ha raccontato di amare la cittadina, ma di voler visitare l’Europa, un giorno.
A suo dire: guardandomi in faccia ha capito che ero italiano. È così che è nata la conversazione. Comunque, qui (in Canada) basta che dico “Hi” (ciao) e la gente mi chiede: “ma sei italiano?”. Non so, forse il mio accento è più forte di quanto credo. O forse realmente ritraggo l’immagine, che i canadesi hanno, dell’italiano tipo.
Fatto sta che son stato piacevolmente colpito nel vedere un piccolo business locale lavorare così bene, nonostante la concorrenza delle multinazionali. Credo che in paesini canadesi tipo questo, la gente sia propensa a supportare i piccoli business… e questo gli fa onore. Bravi!!!
Conclusione
Sarò breve.
Sinceramente non ci tornerei in sto posto, ne in ferie, ne per viverci.
…Ma mai dire mai.